La chiesa dello Spirito Santo
In via Francia nella zona del quartiere Toscanini si trova la Chiesa dello Spirito Santo, di recente costruzione (posa della prima pietra aprile 1996). Risulta essere la più grande non solo di Aprilia, ma anche dell’intera Diocesi di Albano. La superficie della Chiesa è di 750 m², mentre la superficie dell’intero complesso parrocchiale è di circa 1 700 m² . Il campanile che sorregge la croce è costituito da una pilastratura aperta circolare che arriva ad un’altezza di 28,60 metri.
L’imponenza della struttura deve però fare i conti con la debolezza non solo di tutto il quartiere che risente moltissimo della crisi finanziaria che ha colpito tutta l’Italia negli ultimi anni, ma anche con una partecipazione scarsa alla vita pastorale. Questo ha messo in moto le forze della comunità soprattutto nell’ambito della missionarietà impegnando le varie realtà pastorali a mettersi in moto al servizio del quartiere. Sono nate così, moltissimi iniziative, anche in collaborazione con le realtà ecclesiali e non presenti sul territorio.
Molto si è fatto e molto si deve fare, ma questo sito nasce appunto con il desiderio di raggiungere non solo tutti i fedeli, ma anche quelle persone di buona volontà che vogliono porsi al servizio dei fratelli!
Descrizione dell’opera della chiesa dello Spirito Santo
“Il complesso parrocchiale dello Spirito Santo si situa all’interno del quartiere d’espansione urbana “Toscanini” d’Aprilia sorto, quest’ultimo nelle vicinanze della Via Pontina. L’immagine urbana di questa parte di città è caratterizzata dai massicci blocchi delle tipologie residenziali giustapposti all’interno degli spazi lasciati liberi dall’impianto e dall’assenza di emergenze architettonico funzionali quali luoghi centrali per la vita di relazione.
La progettazione del complesso parrocchiale, condotta dall’arch. Michele Marino, assume quindi, prioritaria l’esigenza d’attribuire uno spessore simbolico all’edificio chiesa di modo ch’esso possa proporsi come presenza immediatamente identificabile del Sacro e, allo stesso tempo, nettamente distinguibile dalle fabbriche residenziali. A tal fine si è assunto un’impianto tipologico a matrice circolare il quale, nel complesso della ricercata caratterizzazione dell’involucro architettonico e dell’introduzione di un perno visivo come la corona, svettante, di colonne impostate sopra l’emiciclo dell’abside, costituisce quell’emergenza architettonica e monumentale rappresentativa della nuova comunità urbana del quartiere “Toscanini”.
Nella geometria della circonferenza si è fatto ricadere l’intero programma funzionale del complesso il quale associa, assieme alla Chiesa, gli spazi parrocchiali per la canonica, per la catechesi e le riunioni comunitarie. All’estremità dei due assi principali, si collocano i vestiboli d’ingresso ai diversi ambienti della Chiesa e degli spazi parrocchiali.
L’ecclesia occupa l’intera metà della circonferenza si a convergere al centro geometrico contrassegnato dall’emiciclo dell’abside, gli spazi parrocchiali sono compresi nell’altra metà all’interno di un semi anello, di modo che, tra i due corpi, vi sia un “luogo della meditazione, il chiostro, tipico della tradizione cristiana”.
Anche l’utilizzo dei materiali, come il legno, per le coperture, il travertino ed il cotto per le lastre di chiusura e il pavimento, vuole essere un segno di attenzione nei riguardi della tradizione storica.
Il presbiterio all’interno, è il luogo centrale sul quale gravita l’intera aula; la geometria strutturale della copertura sottolinea questa centralità per mezzo delle travature lignee le cui testate poggiano su piloni in cemento armato, lungo l’emiciclo d’ingresso per convergere, all’estremità opposta, lungo le radiali a 15 gradi, verso l’anello sommitale del presbiterio ai fianchi del quale attestano due, una per lato, lastre vetrate.
La parete emiciclo d’ingresso si articola in una successione di lastre, alternate, ai piloni di sostegno a vista, in ognuna delle quali ricorsi di laterizio inquadrano asole d’illuminazione e, al centro un ampia specchiatura corrosa dall’inserto dei rosoni scavati nello spessore murario. Il fronte opposto è caratterizzato da una più articolata soluzione dove interessante il profilo scalettato delle lastre di copertura.”
Tratto dalla pubblicazione della Diocesi di Albano CHIESE DELLA DIOCESI DI ALBANO Contributo per un regesto di architettura ed arte del 2000. DESCRIZIONE DELL’OPERA a cura di Dimitri Tacconi
Date importanti della Parrocchia e della Chiesa
20 gennaio 1993 Sede provvisoria, prime celebrazioni e attività pastorale della parrocchia erigenda nel seminterrato del palazzo IACP in via Guardapasso.
1 settembre 1993 Erezione canonica della parrocchia e nomina di Don Felix Mascarenhas come amministratore parrocchiale.
28 giugno 1994 Deliberazione del Consiglio Comunale (n.27): Assegnazione area in diritto di superficie, (mq 5584). Atto Notarile (con conduzione sospensiva) firmato il 22.02.1995, registrato a Latina il 6.3.1995 (n. 706 Mod 1/V) e trascritto a Latina il 17.3.1995 (n. 5073) Reg. Ordine e n. 3510 registro Particolare). Il 16.01.1977 (Prot. 459 2° Sett) la Prefettura di Latina decreta ad accettare la cessione in diritto di superficie e la Condizione sospensiva viene tolta. Il 20.06.1997 viene fatta la “Denuncia finale e registrata contemporaneamente al n. 1071/1 a Latina al Ministero delle Finanze.
7 marzo 1995 Richiesta per la Concessione Edilizia. Il progetto del Dott. Arch. Michele Marino del complesso parrocchiale viene presentato al Comune.
8 aprile 1996 Sua Santità (oggi Santo) Giovanni Paolo II, benedice la Prima Pietra della Chiesa, durante il “Regina Coeli” a Castel Gandolfo in presenza di un folto gruppo di parrocchiani.
13 aprile 1996 Concessione Edilizia ottenuta.
14 aprile 1996 Posa della Prima Pietra in via Francia. Solenne celebrazione presieduta da sua Eccellenza il Vescovo di Albano, Monsignor Dante Bernini.
17 aprile 1997 Inizio lavori di costruzione.
28 marzo 1999 Prima celebrazione Eucaristica (nella chiesa, ancora cantiere), presieduta da S.E. Mons. Dante Bernini. Le celebrazioni domenicali/festive poi continuano nella chiesa nuova e man mano anche gli uffici e le attività pastorali si trasferiscono enella sede nuova.
20 gennaio 2002 Solenne Dedicazione della Chiesa e Consacrazione dell’altare, presieduta da S.E. Mons. Agostino Vallini, Vescovo di Albano.
Posa Prima Pietra 14 aprile 1996
Dedicazione della Chiesa 20 gennaio 2002
Inaugurazione Volto di Cristo in bronzo
Il 15 aprile 2011 è stata scoperta l’opera bronzea “Volto di Cristo”, posta a fianco del fonte battesimale, realizzata dal maestro Ignazio Colagrossi. E’ stata donata dal Rotary Club di di Aprilia-Cisterna di Latina, per volontà del presidente Dott. Giuseppe Martinelli. Una copia della scultura bronzea è stata inabissata nei fondali di San Felice Circeo.






Storia di una grotta e della sua Madonnina
C’ era una volta un albero che crescendo si era arrampicato fino ad arrivare a una finestra della parrocchia e ciò creava qualche problema. Per risolverlo, durante i lavori di ristrutturazione, è stato tolto ed è nata l’idea di realizzare una grotta, all’interno della quale posizionare la statua di una Madonnina che giaceva in un angolo della terrazza della canonica. Durante il funerale di Patrizia, figura fondamentale della nostra comunità, amica di tanti, catechista e volontaria Caritas, sempre in prima linea e pronta a dedicarsi con slancio in qualsiasi iniziativa, nonostante la malattia stesse cominciando a far parte della sua vita, abbiamo deciso di dedicare a lei questo angolo e di ricordarne la memoria con una targa commemorativa. Grazie alle quote raccolte durante il funerale e al contributo del marito di Patrizia, abbiamo potuto concludere l’opera in tempi abbastanza rapidi e alla presenza dei familiari, degli amici, dei bambini della catechesi, delle famiglie, il Vescovo di Albano, Monsignor Vincenzo Viva ci ha onorato della sua presenza e ha benedetto questa grotta con l’immagine della Madonna, simbolo di pace e di speranza, augurandoci che quanti si fermeranno dinanzi per recitare una preghiera o contemplarne la bellezza possano ricevere gioia e serenità nel cuore e possano diffonderla agli altri. (8 febbraio 2025)




Febbraio 2012 – Visita Pastorale di sua Eccellenza Mons. Marcello Semeraro, Vescovo della Diocesi Suburbicaria di Albano
La Visita pastorale del nostro vescovo, Marcello Semeraro, che si è svolta dal 9 al 12 febbraio 2012 nella Parrocchia Spirito Santo di Aprilia, è stata per la nostra comunità un’esperienza di grazia.
La parrocchia e il territorio
Sin dalla fase preparatoria, tutta la comunità ha preso con molto impegno e devozione ogni compito assegnato, coinvolgendo il maggior numero di persone, credenti e non credenti, gruppi parrocchiali e persone di buona volontà, in un lavoro di aggiornamento per conoscere meglio la realtà attuale, specialmente la situazione economica, lavorativa, sociale e famigliare delle persone che vivono nel quartiere. Abbiamo presentato a monsignor Semeraro la tipicità del quartiere Toscanini, alla periferia di Aprilia: un quartiere giovane, di recente costruzione, multietnico, dove si incontrano tante culture e tradizioni diverse, perciò è evidente la pluralità come potenzialità e non come ostacolo, per camminare verso l’unità, attraverso l’incontro, il dialogo, la conoscenza vicendevole, l’accoglienza fraterna, l’integrazione e il senso di appartenenza. Tutto questo ha reso possibile l’impostazione di una pastorale missionaria e di sperimentare alcune cose nuove, come per esempio la celebrazione di una sola Messa la domenica. Negli incontri con il vescovo, inoltre, è emersa la consapevolezza di dover intendere l’itinerario pastorale come catecumenato di Popolo di Dio.
La Parrocchia e l’edificazione della comunità
Accogliendo le lettere pastorali di monsignor Semeraro, i suoi Orientamenti pastorali, le iniziative degli uffici diocesani e il cammino pastorale della Chiesa italiana, insieme – sacerdoti e collaboratori – abbiamo elaborato una progettualità pastorale, con un piano pastorale e una programmazione annuale per convocare tutte le persone di buona volontà a vivere insieme un itinerario catecumenale secondo il Rica (Rito dell’iniziazione cristiana degli adulti), in modo tale da diventare cristiani adulti. Nel corso dell’assemblea parrocchiale di venerdì 10 febbraio, è parsa chiara da parte del vescovo, la percezione della Parrocchia come Popolo di Dio. Nei volti delle persone presenti, monsignor Semeraro ha colto che il nostro “esserci” in quel momento obbediva all’unico titolo di essere Figli di Dio, chiamati, come dice la Lettera agli Efesini, a formare un solo corpo in ragione della nostra vocazione battesimale. «Vi esorto, io il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo Spirito […] un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti […] che agisce per mezzo di tutti» (Ef 4,1- 6). Momento culminante della Visita pastorale è stata la celebrazione eucaristica di domenica 12 febbraio. Mediante un discernimento comunitario, considerando la capienza dell’aula liturgica, il numero dei partecipanti all’assemblea domenicale e l’obbiettivo del nostro progetto pastorale, abbiamo scelto di celebrare una sola Messa comunitaria la domenica. Con nostra grande gioia, il vescovo ci ha incoraggiato a continuare a vivere quest’esperienza nel miglior modo possibile, come festa della comunità che incontra il Signore Risorto.
Il ruolo sociale della Parrocchia
Al termine della sua Visita, che ha lasciato nella comunità un forte desiderio di comunione con la Diocesi e la disponibilità a camminare insieme, monsignor Semeraro ci ha incoraggiato a continuare il cammino pastorale intrapreso, prendendoci cura della celebrazione liturgica domenicale perché non diventi un contenitore. Non solo: ci ha anche esortato ad avere cura della pastorale battesimale, familiare, giovanile, dell’oratorio, degli adolescenti, e ci ha chiesto di promuovere le celebrazioni liturgiche “di categoria” nei giorni feriali della settimana, avendo a cuore il territorio, dal punto di vista sociale e pastorale, in modo tale da essere “seme di vita nuova”, segno di speranza per tutta la città di Aprilia e forza di trasformazione sociale. (Tratto da Millestrade, anno 5 n. 39)








